PROGETTI

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Piazza Jemaa el-Fna – Marrakech (foto E. Librasi)

Sharg Uldusù propone progetti che hanno in comune l’amore per le musiche del vicino e medio Oriente con le possibili collaborazioni che ne possono derivare.

Il nostro sguardo abbraccia una vasta area geografica che parte dall’ “agorà” Mediterraneo, il Mare Nostrum, ricco di storia e culture che abbiamo condiviso per secoli e che oggi ci appaiono così lontane.

Uno sguardo rigorosamente laico che abbraccia l’arte e la bellezza, condividendo valori estetici di un mondo che si vorrebbe migliore.

Musica della tradizione eseguita con strumenti originali, contaminazioni con altri generi quali il Jazz e la World Music, sperimentazioni che aprono nuovi orizzonti sonori, ritmi di danze esotiche e melodie evocative che profumano di datteri e cous-cous : tutto questo si trova nei Progetti di Sharg Uldusù, “la Stella d’Oriente che fa viaggiare con le orecchie e con la mente”.

Ermanno Librasi

Sharg Uldusù & Max De Aloe su Facebook

Ermanno Librasi su youtube

 

L’incontro si fa musica

Tutta la storia del gruppo è caratterizzata dall’incontro: incontro fortuito con persone con le quali si scoprono interessi comuni, incontro mediato dalla musica, incontro generato dalla tensione verso qualcosa di nuovo che raccolga le radici di tutti quelli che vi partecipano….

Curiosità verso luoghi depositari di antiche culture che si riconoscono fondanti della propria; pomeriggi in negozi di Essaouira o di Istanbul a mettere le mani su corde, pelli, legni appena lavorati o appesi alla parete da tempo immemorabile tra persone delle quali non si comprendono le parole ma basta il suono della voce per intendersi e un lampo negli occhi e un sorriso ti fanno capire che sì, sei sulla strada giusta, che i tuoi suoni passano e crescono nelle mani e nel fiato degli altri, che già diventano anche i loro e viaggeranno chissà dove…

E una volta iniziato, il viaggio si fa quasi da solo e allarga orizzonti e relazioni, include idee, proposte, progetti.
L’Ensemble, che affonda le radici nella storia di Sharg Uldusù, è l’omaggio alla tradizione, la riproposizione dei più significativi  brani sia vocali che strumentali, scelti in una vasta area geografica che dalla Turchia arriva al Marocco.

Il 4Tet che coniuga invece le suggestioni delle musiche del Mediterraneo con la solida formazione in ambito jazz dei musicisti, impreziosita dall’uso fantasioso di oud, fiati, armoniche e percussioni.

Le Lezioni/Concerto, per spiegare con dovizia di particolari ma in maniera semplice e facilmente comprensibile, le principali tematiche legate alle tradizioni musicali dei paesi del vicino e medio Oriente.


 

Tutto questo, e altro che il viaggio porterà con sé, vuole essere un omaggio alle culture che si sono incontrate su questo molo proteso nel Mediterraneo che chiamiamo Italia, e che continuano ad incrociarsi generando armonia grazie al linguaggio dell’arte e della musica. In tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, dove la parola sembra essere percepita sempre più come fonte di equivoci o strumento di offesa, ci sentiamo di condividere ciò che scrisse Elias Canetti:

“La musica è la migliore consolazione già per il fatto che non crea nuove parole. Anche quando accompagna delle parole, la sua magia prevale ed elimina il pericolo delle parole. Ma il suo stato più puro è quando risuona da sola. Le si crede senza riserve, poiché ciò che afferma riguarda i sentimenti. Il suo fluire è più libero di qualsiasi altra cosa che sembri umanamente possibile, e questa libertà redime.

Quanto più fittamente la terra si popola, e quanto più meccanico diventa il modo di vivere, tanto più indispensabile deve diventare la musica. Verrà un giorno in cui essa soltanto permetterà di sfuggire alle strette maglie delle funzioni, e  conservarla come possente e intatto serbatoio di libertà dovrà essere il compito più importante della vita intellettuale futura. La musica è la vera storia vivente dell’umanità, di cui altrimenti possediamo solo parti morte. Non c’è bisogno di attingervi, poiché esiste già da sempre in noi, e basta semplicemente ascoltare, perché altrimenti si studia invano.”

Marita Viola

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