4TET

 

Sono mappe composite quelle che i quattro musicisti percorrono, tra tradizione e originalità, lungo piste antiche e moderne, nel tempo e nello spazio.

Notevole è la ricchezza timbrica che il gruppo riesce a ottenere grazie all’esperto uso di strumenti tipici di varie aree geografiche del vicino/medio Oriente e dell’Europa.

Melodie evocative e ritmi coinvolgenti creano suggestioni in grado di sorprendere ed emozionare l’ascoltatore che sa immaginare nuovi orizzonti.

Dialoghi tra Oriente e Occidente che riscoprono un senso comune e una condivisa umanità, come solo la musica sa fare, quando supera pregiudizi, frontiere e luoghi comuni.

Sharg Uldusù 4Tet
SHARG ULDUSU’ 4TET 2019 : Ermanno Librasi – Max De Aloe – Elias Nardi – Nicola Stranieri

Tutto nasce da una telefonata:
“ciao sono Max De Aloe, mi piacerebbe che l’Ensemble Sharg Uldusù aprisse il decimo Gallarate Jazz Festival al Teatro del Popolo!”

la perplessità mi coglie allo stomaco e rispondo
“grazie Max, però noi non suoniamo jazz!”

risposta
“beh, però improvvisate”

rispondo
“si, la musica che suoniamo è anche improvvisata, come si usa nella tradizione del vicino e medio oriente, ma il suono, gli strumenti che usiamo, le ritmiche non c’entrano niente con…“

risposta
“quindi improvvisate!!”

E così ci siamo trovati davanti ad un pubblico mai affrontato fino ad allora, diverso da quello che frequenta la world music, la musica etnica, le contaminazioni tra generi e tradizioni, il pubblico dello swing, di Coltrane e di Davis, di tutto ciò che viene da oltre oceano e che qui da noi si è radicato in modo stupendo grazie a musicisti che oggi sono tra i più apprezzati in campo internazionale tra i quali, naturalmente, il nostro committente.

Un pubblico, però, molto curioso, aperto a nuove emozioni e senz’altro disposto a percorrere sentieri inesplorati, a volte impervi come quelli delle montagne del Caucaso a volte dolci come i datteri, con la sabbia del Sahara nelle scarpe, il piccante del cuscus ancora in bocca e il Bosforo da attraversare fino a Uskudar.

Quella sera è nata la nostra collaborazione con Max!

… e poi, un altro incontro!

S.U. 4-OKtet 2°
Sharg Uldusù 4tet al Varese Jazz Festival

A questo punto ci voleva un motore, un battito cardiaco, una spinta fatta di grande professionalità, sensibilità e immensa esperienza, capace di far volare il progetto su nuove “Vie dei Suoni”, in perfetto equilibrio fra tradizione e jazz

Sto parlando della raffinata potenza percussiva di uno dei più geniali e versatili musicisti che abbiamo la fortuna di avere in Italia. Sto parlando di Francesco D’Auria !

La svolta che regala al nostro sound è incredibile.

Nelle sue bacchette c’è tutto il Mediterraneo che serve e altro ancora.

C’è il sole che scalda, la malinconia che consola, la bravura di chi sa entrare in punta di piedi in un progetto già avviato interagendo come se nulla fosse, come se ci fosse sempre stato.

Il disco “Dune” racconta anche questi incontri, dunque, con 4 brani tradizionali e 6 originali : un brano di Hang solo di Francesco, due di Max, uno di Elias molto suggestivo e due di Ermanno tra i quali  “Dune”, suonato col Balaban (Duduk dell’Azerbaijan),